Perché questo blog

Scrivo da quando ero un ragazzino. Il primo racconto l'ho scritto che avevo più o meno dodici anni. Era una sorta di breve allegoria (anche se allora non sapevo bene cosa fosse un'allegoria) in cui narravo una guerra tra formiche rosse e formiche nere. Si contendevano una caramella trovata in un giardino pubblico (all'epoca non sapevo se le formiche amassero i dolci, e francamente non lo so neppure oggi). Scrissi di una guerra cruenta che terminò solo quando i due formicai si resero conto che la caramella sarebbe bastata a tutti e due i popoli di formiche. Con questo racconto partecipai a un concorso che fu organizzato dalla scuola media che frequentavo. Non vinsi, ottenni solo un attestato di partecipazione. Non ci rimasi troppo male e continuai a inventarmi storie. Non volevo fare lo scrittore o il giornalista. Mi piacevano le storie, tutte, soprattutto quelle inventate. 
Più o meno in quello stesso periodo, vedevo mia madre divorare libri su libri. Leggeva alcune belle riduzioni dei grandi romanzi della letteratura mondiale. Pensai che dentro quei libri ci dovesse essere qualcosa di straordinario perché lei ci si perdeva dentro e sembrava dimenticare ogni problema. Decisi così di rubarle un po' di quell'evasione ricoperta di finta pelle marrone, e dentro c'era davvero qualcosa di speciale. Divenni così un lettore feroce e uno scrittore mediocre. 
Oggi continuo ad essere mediocre come autore e piuttosto affamato come lettore. Ma non è questo il punto. Il punto è che quando si scrive è perché a muoverci è il desiderio di esprimerci e di comunicare. Con le parole si può comunicare qualsiasi cosa. In un ventennio scarso il mondo è cambiato grazie alla tecnologia e a internet, ma non la voglia di raccontare storie. Quella è rimasta immutata come secoli fa.
Ecco perché questo blog. Per soddisfare, prima di tutto un'esigenza personale, e poi per discutere e confrontarsi, attraverso la rete, su ciò che più amo dopo la mia famiglia. I libri e di conseguenza la vita...

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