di
Jean-Christophe Rufin
Edizioni
e/o
pp. 448
Maggio 2016
disponibile anche in ebook
Cominciamo
la lettura e abbiamo la sensazione di esserci imbattuti nell’ennesima utopia
negativa. Conosciamo subito due personaggi protagonisti e assistiamo al loro tentativo
di evadere da un mondo ormai intollerabile.
Globalia
si estende a macchie di leopardo su tutto l’emisfero settentrionale della
Terra. Le città, i territori che la compongono sono situati sotto immense
cupole trasparenti. È il mondo dei “fortunati”, dei ricchi; mentre al di fuori,
nelle cosiddette non-zone, dilagano la barbarie e la povertà dei disperati,
esclusi da ogni forma di benessere pianificato.
Fin qui nulla di nuovo. Sembra proprio una
variante poco originale del mondo futuro, con le sue incredibili deformazioni e
mostruosità. Ma procedendo nella lettura, ci si accorge che l’utopia coinvolge
in modo particolare, perché risulta fin troppo riconoscibile. A Globalia si trovano tutte le storture e
le demenzialità di questo nostro mondo attuale e reale. Sono solo un tantino
esasperate. I giovani si trovano ai margini, ritenuti praticamente degli esseri
repellenti, in attesa di sbocciare, verso i settant’anni, per potersi inserire
a tutto titolo nell’attività sociale vera e propria. Vige la perfetta
democrazia, dove tutti hanno possibilità di esprimersi ma senza incidere sulla
realtà sociale, che invece risulta pianificata dall’alto in modo occulto e
inflessibile. Il pluralismo è perfetto, ma vuoto in se stesso. Il consumismo
viene vissuto come una religione. La gente si occupa di cose futili, di vita
comoda e del tutto sicura, di piaceri reclamizzati quotidianamente attraverso
gli “schermi” (supertelevisori) onnipresenti. L’igiene e il salutismo trionfano
come valori indiscutibili. In buona sostanza, la gente pensa di essere felice e
fortunata, ma in realtà è povera di spirito, perfettamente ignorante,
allontanata irrimediabilmente da ogni forma di cultura. I libri (ma questo non
è un fattore originale) sono, come è ovvio, banditi. Tuttavia c’è un altro
fattore, ben riconoscibile anche nel nostro mondo reale: per tenere in piedi il
sistema, per dominare le masse, occorre creare dei nemici, rigorosamente
esterni. Esiste, dunque, un Comitato della Coesione e della Sicurezza Sociale,
il quale ha il compito di stroncare ogni dissidenza (che comunque non può
nemmeno essere immaginata), ma soprattutto di creare e di gestire nemici che
dall’esterno, dalle barbariche non-zone, penetrino nel mondo perfetto di Globalia a piazzare le loro bombe. Sono
i terroristi, che indignano la popolazione e la rendono docile nel seguire le
direttive che in modo ferreo, ma estremamente discreto, vengono impartite dai
bicentenari governanti.
È un mondo in realtà opprimente, del tutto
piatto. Qualcuno se ne accorge, come i due giovani Kate e Bajkal che
all’inizio, appunto, tentano la fuga per raggiungere le non-zone. In esse è
presente la barbarie, trionfano miseria e sofferenza; ma gli spazi sono aperti,
la natura è selvaggia e apre orizzonti nuovi, nell’imprevedibilità più totale.
I due ragazzi vengono fermati, ma a poco a
poco si troveranno al centro di un intrigo davvero pericoloso. Il manovratore è
il vecchio Ron Altman, grande
funzionario del regime. È un tipo assai originale, esercita il suo potere su Globalia con una sorta di perfetta
malafede, sapendo cioè che tutto quel presunto benessere è finto, inutile,
pianificato a tavolino, ma estremamente necessario.
È senz’altro una lettura appassionante. La
trama è complessa ma ben congegnata, ricca di colpi di scena, di situazioni dense
di suspense. I personaggi sono credibili, ben delineati, come pure
l’ambientazione. Dei due mondi, Globalia
e quello delle non-zone, è il primo a risultare più originale, a suscitare la
curiosità e la riflessione del lettore. L’altro segue più pedissequamente la
maniera di tanta fantascienza del cosiddetto “dopobomba”, con i suoi derelitti
che bruciano copertoni, si vestono da improvvisati guerrieri, vivono tra i
rottami di un mondo che non c’è più.
Jean-Christophe Rufin, medico,
diplomatico, fondatore di Medici Senza Frontiere (ma anche noto e collaudato
romanziere) ci regala, con Globalia,
un’efficace riflessione su quelli che potrebbero essere gli sbocchi non tanto
futuri di questa nostra società del XXI secolo. E lo fa con molta espressività
narrativa, condita con viva drammaticità ma a tratti con un umorismo
irresistibile, un po’ acido… alla Crozza, per intenderci.
Giuseppe
Novellino
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